E' questione di paura.

 E siamo qui a cercare di capire cosa farci di questo contemporaneo. In Italia il ddl sicurezza scatena le forze incontrollabile e difficilmente represse del fascismo reale, quello non ideologico, ma brutale e nostalgico. E lo fa dando una divisa alla repressione del dissenso. E torniamo dopo 24 anni a Genova, al male scoperchiato, alla violenza di Stato. A quel modo di essere repressivi che ci è costato una condanna di tortura, la sospensione di ogni diritto umano e la morte di Carlo Giuliani. 

Sarà forse che il dissenso dovrà imparare ad avere una strategia migliore e più acuta. Che innervi ogni nostra azione e aggiri la fossa dei leoni in cui ci vogliono spingere? La piazza è da sempre controllata, figlia di uno spirito di umana condivisione che mi è sempre sembrato fin troppo retorico. Non basta camminare insieme per essere schierati da una parte. Bisognerebbe ripensare la teoria del dissenso. Fosse che la lotta cominciata da Thoreau l'abbiamo evidentemente persa? E' un diritto manifestare, lo dovrebbe sempre essere, ma lo abbiamo perso non rimanendo vigili, lasciando fare queste canaglie che sono al governo. Abbiamo lasciato che gli ultimi fossero abbagliati, confortati da slogan feroci, pronti a dare la risposta semplice che si vuole sentire per evitare di prendersi una parte di responsabilità. 

E l'alternativa a tutto questo si è nascosta nelle sale del potere, pensando di essere superiore, tanto colta e raffinata da bastare a se stessa. Mentre il lavoro manca, lo sfruttamento dilaga, la povertà aumenta, la disoccupazione reale morde la vitalità delle persone e non risparmi fette sempre più grandi della popolazione. 

Ed oggi dire "no" non solo è difficile ma anche illegale. 

Oggi affermare che non si può ancora assistere ad un genocidio, che vanno tutelate le vite di bambini innocenti (BAMBINI INNOCENTI: senza una bandiera politica, religiosa o altro...Solo la colpa di essere parte di un popolo, e per questo ne sono morti un numero tale da essere tanto abominevole quanto imperdonabile), che si ha il diritto di voler essere informati, di dire e provare a innescare un dibattito pubblico sulla reale posizione del Paese, un confronto reale anche su come investire il nostro futuro economico e politico, ecco questo è semplicemente illegale. Le azioni di protesta, che agiscono sullo status quo (se no che protesta sarebbe) sono criminalizzate. Non più uno strumento democratico (tra l'altro garantito dalla nostra costituzione), ma un atto criminale.  

Fosse che a noi artisti, giullari di corte di questo osceno Mondo, tocchi la responsabilità di svelare che il re è nudo? Siamo chiamati a fare una scelta.  Continuare ad essere così pavidi e inutili  o cominciare sistematicamente ad organizzarci e dire, parlare, ricordare, pensare, condividere.

Il diritto di esistenza dei popoli deve essere garantito. Il diritto a migliorare la propria vita e averne le possibilità strutturali deve essere garantito. Il diritto all'educazione laica e pluralista, inclusiva e creativa deve essere garantito. Il diritto alla salute deve essere garantito. Il diritto ad una casa degna ed un lavoro degno deve essere garantito. Il diritto all'infanzia deve essere garantito. Perchè questi diritti noi li abbiamo e li troviamo scritti nella nostra costituzione. E se permettete, li difendiamo. Perchè la libertà di espressione, di culto, di fede politica, di tutela della dignità umana, di fede pacifista noi li abbiamo conquistati con la Resistenza. E quest'anno sono 80 anni, e ci dovremmo vergognare. Stiamo pisciando sul sangue dei nostri vecchi. Quelli che sono morti per darci quei diritti che facciamo finta di avere, e che abbiamo svenduto al mercato delle pulci. 


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