IL TRAMONTO DEL SISTEMA
IL TRAMONTO DEL SISTEMA
Le giornate si alternano fra l'abominio di una guerra che sembra scivolare silenziosa, (mentre dovrebbe essere assordante per il continuo conteggio di morti palestinesi, per i crimini perpetrati senza vergogna alcuna da Israele fra cui il rapimento in acque internazionali dei dodici dell'equipaggio della Madleen, colpevoli di voler portare aiuti e simbolicamente avanzare verso il blocco illegale di Israele a qualunque aiuto alla popolazione palestinese) e l'evidente crisi insanabile del sistema occidentale.
Lo dico per una semplice constatazione, visto che la storica "luce" dei valori occidentali reprime il dissenso con l'esercito, attua politiche scellerate di pulizia politica, insegue un futuro di chiusura in cui la diplomazia è sempre e solo dalla parte del più forte, in cui il livello della politica ha raggiunto punti talmente bassi che con difficoltà si riesce ad immaginare che la cosa possa finire bene, sia per l'interno, sia soprattutto per l'esterno. Ogni giorno una notizia di qualche piazzata da circo equestre, ed uno spazio pubblico talmente ridicolo che si stenta a immaginare che le stesse persone che stanno distruggendo la ricerca, la sanità, l'istruzione, che mettono i dazi commerciali per fare pressioni militari, che pensano che il Mondo sia una sorta di Risiko globale in cui poter spostare carrarmatini colorati ed annettere popoli, storie, pensieri differenti solo con la forza della loro boria, siano anche quelle che hanno il peso maggiore sullo scacchiere internazionale, ago della bilancia delle politiche internazionali su tutto il globo.
Ma è in Europa che questo si trasforma in un delirante paesaggio distopico. Il progetto Europa si basa (o basava??) sul concetto di diritto. Un progetto laico, giusto, di relazione fra i popoli, di libero scambio di costruzione di un'identità. E che si è allargato solo per questioni commerciali e strategiche perdendo di vista il vero senso che poteva dare futuro a questo progetto. Per cui ora Europa significa la Polonia in cui vincono le elezioni i partiti di ultra destra che non nascondono le proprie simpatie naziste. La Francia che si salva dalla stessa sorte solo attraverso il tribunale che infligge pene alla leader dell'ultradestra che sarebbe stata destinata a vincere le elezioni nel prossimo futuro. La Germania mette fuori legge il partito più in crescita degli ultimi anni, risolvendo solo che le destre "moderate" verranno rinforzate da un elettorato che di moderato non ha assolutamente niente. E poi l'Italia. La prova del Referendum consegna alle cronache odierne un fatto incontestabile. In questo Paese la democrazia è morta.
Forse non avremmo dovuto parlare di democrazia, certo, ne sono consapevole, ma è evidente che siamo alla fine di un percorso fallimentare. Se alla chiamata referendaria risponde un cittadino su 4, siamo nell'evidenza di una irreversibile crisi sistemica. Crisi che si collega ad una percentuale brutale di un italiano su 3 che non comprende un testo che si articola in più di due frasi, analfabetismo funzionale lo chiamano (fonte OCSE) che ci dice che le questioni su cui vengono interrogati i cittadini, durante una cosa come il referendum, semplicemente non vengono capite.
Ovvero ci si è scagliati contro il quesito che riguardava il diritto di cittadinanza come se fosse un baluardo di protezione del "Popolo" italiano.
Bhè che sia una risposta ignorante e razzista (che poi sono sinonimi) non sembra avere possibilità di smentita. Un popolo manipolato e controllato da slogan, immagini, superficialità di analisi, ignoranza e' come ogni popolo schiavo, livoroso, sciatto e "pericoloso" con i deboli, ma ammansito e laido con i potenti.
Un popolo che si permette di non chiedersi quale sarà il suo futuro, dato che la povertà e la disoccupazione reale dilagano, che arrivare a fine mese (per dirla come una volta) è una di quelle cose che non a tutti purtroppo riesce bene.
E le forze progressiste dovrebbero capire che hanno una responsabilità totale in questo stato di cose: ne sono responsabili. Ho visto nel tempo sparire ogni forma di lavoro nei quartieri e nelle zone del disagio. Ho visto le persone lasciate a loro stesse indirizzarsi verso forme di sostegno brutale e fascista (vedete Casa Pound, e le azioni di sostegno alimentare alle famiglie per esempio). Ho visto smantellare i centri della cultura indipendente abbandonati a loro stessi senza nessun rapporto con i partiti che sono sembrati sempre più una grande pantomima borghese e buonista. Non ci sono più le feste in cui si parlava di politica internazionale, in cui anche solo per osmosi abbiamo imparato che il Mondo era una cosa complessa ed in cui la liberazione veniva affrontata con lotte e impegno e che essere solidali garantiva sostegno a queste lotte, ma soprattutto ci rendeva comunità. Avete reciso il filo con la parte della società che vi ha sostenuto e che era quella che dagli anni '70 si chiama LA BASE. Pensavate fosse una zavorra, si è evidentemente dimostrata la reale forza che avevate signori miei.
A me non interessa chi vince le elezioni. Mi interessa che molti (troppi) ragazzi che avrebbero dovuto votare per la prima volta, non hanno mai aperto un libro, hanno difficoltà a costruire un discorso, si trovano benissimo ad eseguire dei compiti, ma che sono ignoranti e sperduti. Emotivamente falcidiati da questa socialità virtuale, e che non trovano la "quadra" se non in un futuro di schiavi imbambolati ed ignoranti. Mi interessa che il voto e la partecipazione non siano valori. Che non vengano percepiti come diritti ma come inutili orpelli di un sistema che fa finta di avere bisogno dei cittadini, che oramai sono solo clienti di un "servizio".
A voi, gente di sinistra, progressista, erede dei valori dei Partigiani che ci hanno liberato dal nazifascismo, ricordo che le persone SONO la Politica. E che voi avete il compito di renderle capaci di prendere una decisione, non trattarle come pecore da cui prendere quello che vi serve e poi lasciarle razzolare e brucare quello che possono in spazi oramai deserti.
Non servono le manifestazioni piene di luci e slogan. Serve il sostegno alla quotidianità, servono gli spazi che capillarmente propongono e si prendono cura delle fasce di popolazione che cercano riscatto sociale e giustizia. Non la giustizia armo-cromatica. La giustizia sociale. Gli strumenti per migliorare la propria esistenza fuori dalla regola che si possa fare solo con un potere di acquisto maggiore.
Gli strumenti che in una civiltà del terzo millennio dovrebbero essere scontati: capacità di comprendere ed esprimere concetti complessi, educazione alla bellezza, solidarietà e alfabetizzazione emotiva.
Mentre qui credo sia necessario che voi apriate gli occhi e cominciate a vedere in quale Medio Evo ci avete costretti per le vostre brame di potere.
Vi dovreste vergognare. Voi per primi, per aver svenduto ogni ideale. Convinti che la politica sia una cosa a cui solo pochi devono giocare. E non siete affatto dissimili in questo dagli altri che non hanno mai nascosto questo disvalore. Convinti che in definitiva, è giusto che pochi debbano scegliere per tutti e che quei pochi hanno sempre ragione. Che quei pochi non sono migliori, sono solo più "forti" e per questo prendono tutto.
La politica è del popolo.
Per definizione, e a voi non sta il compito di sfruttarlo, ma di educarlo e sostenerlo in questo.
E' in questo che dovrebbe stare tutta la differenza.