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un canto disperato

Se il mio suono potesse essere balsamo per le ferite di ogni padre e di ogni madre che piange la morte di suo figlio,  il mio consumare aria per una volta avrebbe senso. Se la mia musica potesse far ballare giovani donne e farle ridere mentre guardano i loro amati, mi sentirei per una volta compreso nella storia di questo Mondo. Se la mia ricerca fosse estensione dello sguardo in un cielo che aspetta di essere squarciato dall'ennesimo missile pronto a colpire focolari e intimita',  potrei dire che i miei pensieri hanno trovato una casa in cui poter riposare.  Se il ritmo delle mie frasi avesse la leggerezza di un corpo di bambino fatto saltare dal colpo di un mortaio, avrei finalmente capito cosa significa il silenzio.  Se le mie furenti grida sapessero contenere il grido della dignita'di ogni donna, uomo o adolescente stuprato da un militare invasato di potere, che si fotografa per soddisfare il suo sadismo edonista, finalmente saprei cosa rende tale  una melod...

E' questione di paura.

 E siamo qui a cercare di capire cosa farci di questo contemporaneo. In Italia il ddl sicurezza scatena le forze incontrollabile e difficilmente represse del fascismo reale, quello non ideologico, ma brutale e nostalgico. E lo fa dando una divisa alla repressione del dissenso. E torniamo dopo 24 anni a Genova, al male scoperchiato, alla violenza di Stato. A quel modo di essere repressivi che ci è costato una condanna di tortura, la sospensione di ogni diritto umano e la morte di Carlo Giuliani.  Sarà forse che il dissenso dovrà imparare ad avere una strategia migliore e più acuta. Che innervi ogni nostra azione e aggiri la fossa dei leoni in cui ci vogliono spingere? La piazza è da sempre controllata, figlia di uno spirito di umana condivisione che mi è sempre sembrato fin troppo retorico. Non basta camminare insieme per essere schierati da una parte. Bisognerebbe ripensare la teoria del dissenso. Fosse che la lotta cominciata da Thoreau l'abbiamo evidentemente persa? E' un di...

libertà di espressione

 C'è qualcosa che non torna.  Le notizie rimbalzano in una logica violenta di affermazione. Il dibattito politico è oramai uno spauracchio fatto di slogan e fumo negli occhi. La stampa è talmente collusa al potere che leggiamo sugli editoriali un continuo niente, un continuo gioco delle tre carte che ci vede imbambolati davanti ad un'unica fonte di informazione (i social network) che non permettono di fermarsi..Il processo è stato semplice, prima internet era dominato dalla gratuità delle informazioni, poi ad un certo punto l'impoverimento  degli altri mercati ha costretto la nascita dei servizi a pagamento. E quindi tutto è diventato merce. Non in un processo marxista di reificazione, ma in quello completamente capitalista di disumanizzazione della proposta. Non è più importante informare perchè l'opinione pubblica sia cosciente delle questioni in atto, ma è importante produrre contenuti che possano avere l'appeal per la vendita.  E' ripugnante che nella comuni...

Da padre a padre

  DA PADRE A PADRE Non conosco il tuo nome, quello che so di te è racchiuso in un video postato in un social network. Ma quel video continua a percuotere il mio senso di colpa, la mia inettitudine. Dicevi addio a tuo figlio. Lo rassicuravi, ripetevi parole di amore nel cantilenante suono della tua lingua a cui ho potuto dare un significato attraverso la traduzione algida e asettica che compare nei reel a cui dedichiamo, tutti, troppo tempo.  Parlavi di amore, e lo facevi piangendo.  Lo facevi tenendo fra le mani la testolina di tuo figlio, unica reliquia da custodire in un sudario sporco e imbrattato di sangue in cui altre parti di corpi si intravedevano. Ti rimaneva solo la sua testa  da tenere fra le mani nel momento più terribile che un padre può immaginare: il momento in cui si sopravvive al suo futuro.  Non posso capire cosa tu abbia e stia provando. Non posso immaginare di saper vivere in una tenda,  per mesi sotto l’attacco continuo e feroce  di...