La Fine Degli Uomini

Se sono un uomo il mio destino è vivere. 

Devo mangiare i frutti degli alberi, 

devo seguire i cicli stagionali, devo dissodare la terra per piantare le culture che sfameranno i miei figli. 

Se io sono un uomo devo cantare melodie per cullare i neonati e per cadenzare il lavoro. 

Devo guardare al mio futuro che custodisca la mia memoria, perché sia memoria di tutti. 

Se sono un uomo, nel mare troverò avventura, cibo, strade da percorrere 

e nel cielo il custode dei miei sogni e nel pane l'alchimia che mi dona il sapore, l'aroma del miracolo della cura.

Se sono un uomo devo scegliere ogni minuto come sopravvivere. Come mettere un passo dietro l'altro. 

Se sono un uomo scelgo dove guardare, e come guardare. 

Scelgo rispetto o  dominio.  Accoglienza o brutalità. La paura o il coraggio. 

Scelgo che le mie mani sappiano accarezzare, ma non sappiano colpire. 

Che le mie gambe sappiano camminare, ma non sappiano marciare. 

Scelgo che le mie parole non debbano essere controllate, e che i miei pensieri non possano essere manipolati. 

Scelgo di credere al bene, e scelgo di difenderlo. 

Se sono un uomo, di fronte al male non posso voltarmi. 

Se sono un uomo di fronte al dolore non posso scegliere di non condannare. 

Se sono un uomo sono mio giudice. 

Ed io mi condanno, e con me tutti, per avere permesso, per non avere spodestato i vili servi del male e con loro  il ghigno dei loro sguardi da mostri.

Io condanno  la morte dell'uomo sull' uomo. 

Io condanno la guerra e la fame

condanno gli stupri, 

condanno gli Stati, 

condanno il potere del denaro e la sua vile malia. 

Condanno il silenzio, 

condanno la paura di dire, 

di cantare, 

di danzare.

Condanno la viltà di fronte a urla strazianti di propri simili schiacciati dalla pressa dell'odio. 

Condanno le città e la loro atarassia.

Condanno il Mondo diviso, condanno la regola del più forte, e quella dell'apparenza. 

Condanno fascismo, nazismo, e ogni forma di controllo dell'uomo su uomo. 

Condanno l'ordine sociale che affama di bellezza milioni di giovani uomini e donne. 

Condanno il silenzio sugli stupri, il tacere su bambini lasciati morire di fame, condanno la distruzione di ospedali, di case, di asili. 

Condanno la sospensione del diritto di invecchiare.  

Condanno i confini, le lingue, il denaro. 

Condanno le madri del male e i padri della violenza. 

Condanno l'ironia macabra dei giochi di parole.

 Condanno l'arte inutile di vendere se stessi e condanno il lucro sulla disperazione. 

Condanno la malafede, la propaganda, il manipolare coscienze e sensibilità. 

Condanno ogni momento in cui un fiore è stato lasciato morire. 

Condanno la guerra. 

Gioco di idioti per idioti. 

Condanno il mio stesso respiro, perchè ha il diritto di essere dove altri esplodono in pezzi. 

Condanno le mie parole, perchè dire è come tacere, ed è tardi. 

Condanno il carnefice e la vittima che ne prende il posto. 

Siamo responsabili della nostra fine. Ogni giorno, ogni momento, ogni scelta.

Se sono un uomo questo è il tempo della vergogna.

Se sono un uomo questo è il tempo della condanna. 

Spariremo dal tempo  un popolo alla volta, 

una lingua alla volta, 

una danza alla volta, 

una madre alla volta,

un figlio alla volta. 

Se sono un uomo il mio destino è morire. 

Ma non è mai stato il mio destino uccidere, 

offendere,

 sacrificare, 

pervertire, 

manipolare, 

distruggere, 

violentare,

sfruttare, 

desertificare, 

dimenticare. 

NO.

Non era destino. 

E' stata una scelta.




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